Case che parlano senza dire, paesaggi immateriali di sensazioni che ritornano con il ricordo che mai cessa di ricordare .
Recupero di una letamaia mutata in giardino,a contorno facciata di cascinale della prima meta’ dell’ottocento recuperato con mattoni faccia a vista e conservazione dei serramenti originali:
In un mondo dove tutto si consuma in fretta senza avere il tempo per capire che cosa si sta consumando, in un mondo dove le case devono essere ecocompatibili e i serramenti a prova di esplosione termonucleare ,anti muffa e coibentazione a prova di intossicazione, queste finestre , queste porte sono rimaste tali e quali, si sono rifiutate di farsi rottamare e hanno chiesto un “restyling”: verniciatura verde natura all’acqua.. ed eccole di nuovo presenti aperte o  chiuse, sono finestre che parlano del mondo che non vuole morire e la parola interviene a suggerire che noi in fondo siamo dei cannibali che divoriamo senza sapere perché lo facciamo, indotti dalla frenesia di avere tutto pronto , mangiato e digerito senza faticare, senza sudare, senza assaporare il gusto della conquista del saper fare con mani e testa per migliorare il mondo il nostro habitat naturale.
“Io sono la parola , sono una sola ma viaggio anche in compagnia, sono sempre  al tuo servizio se mai tu pensassi di poterne fare a meno perché senza di me il mondo non esisterebbe, senza di me il mondo non avrebbe un nome “
Da Adelante Palabra di Barbara Appiano Edizione Kimerik

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