Pranzi , luoghi di raccolta, basta poco, solo una parola e il rumore di tegami  che fanno salire profumi e languorini al punto giusto di doversi sedere per fare liberta’ al palato…
la Prozia Francesca schizofrenica e malvoluta dal paese, protagonista di ” Echi nella nebbia a ridosso del cielo  “lascio’ la sua cucina in un giorno d’estate , c’era la guerra, siamo nel vercellese, appese il grembiule per mettersi la cappellina e il vestito della festa e andare al mercato …era venerdi’ e a Vercelli ancora oggi è giorno di mercato…
L’inganno (fu accompagnata dai suoi famigliari .. ricattati e costretti a farla internare) la porto’ davanti alla porta dell’ospedale psichiatrico di Vercelli ,oggi ridotto ad un rudere , che le spalanco’ il mondo dell’internamento per i malti di mente ….
Vent’anni dopo e solo dopo molta fatica per avere un certificato di morte perché avesse degna sepoltura- visto che si suicidò- il portone si ri-spalanco’ per Francesca  destinazione Asigliano Vercellese, prossima fermata tomba di famiglia..
Una cucina antica dove il sapore dell’oblio stenta ad andarsene cosi’ resiste alle mode, del take away, della pizza congelata, del forno a microonde.
Recupero di pollaio con recupero di lavandino proveniente da discarica -oggi chiamata isola ecologica- piani di marmo salvati da cassettoni moribondi, piastrelle trovate in un magazzino di edilizia che per rinnovo,  volle sbarazzarsene…
Il tutto con appese le pentole della  prozia Francesca, ottima cuoca ,che lascio’ sul fuoco dentro una padella le uova da cucinare all’occhio di bue per suo nipote , mio zio 86 Cilindri per i piu’conosciuto come Pinotto….
Pentole in rame della fine del Novecento , ripulite , ristagnate attendono con gioia di essere riutilizzate.
Luoghi dell’anima e della pancia che con il cuore parla attraverso gli antichi sapori , quelli di cucinare per gli altri e di ritrovarsi possibilmente con telefoni cellulari e televisori spenti.

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